In cammino con Dante by Franco Nembrini

In cammino con Dante by Franco Nembrini

autore:Franco Nembrini [Nembrini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Criticism, Ancient & Classical
ISBN: 9788811147008
Google: IWM3DgAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-03-14T23:00:00+00:00


Si tratta di un bassorilievo scolpito nella cappella del Rosario della Sagrada Família – la straordinaria basilica di Barcellona figlia del genio di Antoni Gaudí – che raffigura un moribondo. Di fianco a lui la Madonna, che con una mano conforta lui, con l’altra tiene in braccio il bambino Gesù; Gesù guarda il moribondo, mentre Maria ha gli occhi fissi su Gesù. Come a dire che in punto di morte si gioca tutto, e c’è da sperare che in quel momento ci sia presente la Madonna a implorare per noi il bambino Gesù che ci porti con sé.

È come se la Madonna, tenendo la mano al moribondo, dicesse: quest’uomo è stato un bambino e l’ho messo al mondo io, e l’ho messo al mondo con quel desiderio, con quel cuore; per cui – l’abbia saputo o no, se ne sia accorto o no, abbia fatto tanti peccati o pochi – il cuore che Dio gli aveva dato era desideroso di bene, di bellezza, di cose grandi, di cose buone. Avrà poi pasticciato, peccato, trafficato, insomma, ci ha provato com’è riuscito; ma il cuore, ciò che lo muoveva era la volontà di essere ciò che Dio l’aveva chiamato a essere, e cioè fatto per il bene, per la felicità, per raggiungerlo. La Madonna guarda ciascuno di noi, anche vecchio, peccatore, moribondo, con gli stessi occhi.

La prima volta che la vidi mi sorprese che Gaudí volesse una statua così, e ancor più mi stupì il contesto in cui è inserita. Sopra infatti c’è scolpita l’ultima parte dell’Ave Maria, che termina proprio in verticale con la parola amen: «Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte». L’idea che si possa avere la grazia di morire sotto lo sguardo di Maria, che ci guarderebbe non per i peccati che abbiamo commesso ma per il cuore buono con cui la nostra mamma ci ha messo al mondo, cioè perdonandoci tutto, è strepitosa. Ed è per questo, credo, che la chiesa suggerisce di dire l’Ave Maria, con questa invocazione finale riferita proprio al momento della nostra morte.

Di passaggio, vorrei ricordare come mi impressionò, quando andai alla Sagrada la prima volta, la visita al museo, dove si ricorda quando, vivente ancora Gaudí, la chiesa fu visitata dal nunzio apostolico, e costui, stupitissimo di quel che Gaudí raccontava, dei progetti che gli illustrava, se ne uscì con: “Lei è il Dante dell’architettura moderna”. E in effetti la Sagrada impressiona per la completezza di proposta, la stupefacente unità e allo stesso tempo varietà per cui affronta tutto, racconta tutto. È come se Gaudí facesse una sintesi architettonica non solo di duemila anni di storia della chiesa, ma della storia del mondo e dell’uomo. Esattamente come la Divina commedia.



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